Dylan Dog 466 cover recensione

Dylan Dog 466: Chi è sepolto in questa casa? – Recensione

È quell’ora del mese! Siete pronti a scoprire se tutte le domande del numero 465 hanno trovato risposta? Parliamo senza spoiler del numero 466 di Dylan Dog: Chi è sepolto in questa casa?

Dylan, come sempre

Come al solito, vi faccio il solito spiegone su Dylan: Come dico sempre all’inizio di una recensione sui fumetti della Bonelli, se siete nuovi nel mondo dei fumetti o, semplicemente, conoscente soltanto di nome Dylan, sappiate che parliamo di uno dei capisaldi del fumetto italiano.

Completamente Made in Italy, Dylan Dog è una serie a fumetti edita dalla Sergio Bonelli Editore e il personaggio è nato da un’idea di Tiziano Sclavi, precisamente nel 1986.

Il primo numero, ormai leggendario, è intitolato “L’alba dei morti viventi” e ha fin da subito stregato i lettori, tanto da portare la serie a vendere – negli anni novanta – oltre mezzo milione di copie mensili.

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Ovviamente, negli anni, il calo delle vendite ha portato a diversi rilanci sul personaggio, passato di mano in mano per diversi autori. Nonostante tutto, continua ad essere il secondo fumetto più venduto in Italia e ha ancora tantissimi fedeli lettori che ne apprezzano le avventure.

L’indagatore dell’incubo, spesso affiancato dal suo aiutante Groucho, è amante della paura tanto da averne fatto un mestiere. Parliamo infatti di una vera e propria serie horror ma non solo; la sua particolarità e forza sta proprio nel portare variare di genere.

Dylan Dog è onirico, surreale, e spesso vive – e fa vivere ai lettori – storie che sembrano un intricarsi di sogno (o incubo) e realtà, di paure irrazionali, di ignoto. Insomma, Dylan è stato – e continua ad essere – un punto di riferimento del fumetto italiano che si fa apprezzare per essere ciò che gli altri non sono e non saranno mai.

Chi è sepolto in questa casa? – Recensione

Nell’articolo precedente, dove ho parlato della prima parte di questa storia, ho specificato che i “pro” e i “contro” tipici delle mie recensioni non potevano esserci per ovvi motivi.

Il numero 465, infatti, non finiva. Il duo formato da Barbara Baraldi e Corrado Roi – autori ovviamente anche del numero 466 – si è preso tutto il tempo possibile per regalarci una storia con ampio respiro e approfondimento.

Dylan Dog 466 tavola

Il tema principale, oltre al sonnambulismo, era (ed è) il folklore. La presenza del bosco e delle sue leggende, tra cui quella del Wilderman gioca una parte fondamentale e in questo nuovo numero è praticamente il protagonista.

La storia messa su dalla Baraldi con gli ottimi disegni di Roi è super e la scelta di aver “occupato” due numeri è risultata vincente.

I personaggi sono ottimamente caratterizzati (qualcuno in maniera superlativa) e fino alla fine la sensazione di mistero e inquietudine è fortissima, tanto da non far staccare gli occhi al lettore dall’albo e di creargli non pochi fronzoli in testa.

Il viaggio di Dylan e Siobhan a Wildsborough era iniziato con tante difficoltà e finisce con altrettanti problemi, in una città dove la gente è schiva e restia, dimostrando – qualora ce ne fosse bisogno – che forse è meglio essere vicini alla natura che agli umani.

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Conclusioni
Conclusioni

Con il 466, su Dylan Dog si conclude la storia iniziata sull’albo precedente. Una storia forte, impegnativa e che sicuramente non è per tutti. Tra folklore e realtà, gli autori ci regalano un viaggio deciso e inquietante, capace di scavare nell’animo e di farci porre diverse domande.

PRO
  • Disegni superlativi
  • Personaggi ben caratterizzati
  • Giusto mix tra folklore e realtà
CONTRO
  • Qualcuno potrebbe trovarla difficile
8.5

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