Immagine Game Over

In che direzione sta andando il mondo dei videogiochi?

Quando nell’ormai lontano 2020 Sony e Microsoft annunciarono rispettivamente PlayStation 5 e Xbox Series X|S eravamo tutti entusiasti su ciò che il futuro del gaming riservava per noi ma probabilmente poche se non nessuna delle nostre aspettative sono state rispettate.

Diciamolo chiaramente: il mondo del gaming è in crisi. Quella che sulla carta doveva essere la generazione definitiva che avrebbe lottato per potenza con i PC (ma chi ci credeva?) si è rivelata molto meno sorprendete del previsto, tanto che molti giochi escono ancora su PS4 e Xbox One.

Quali AAA?

La delusione più grande di questa generazione è senza dubbio legata ai giochi AAA. Produrre un gioco AAA per una software house è dispendioso sia a livello di costi di sviluppo che a livello di personale.

Tanti sviluppatori hanno affrontato il fenomeno del crunch, dove venivano costretti ad ore e ore di straordinari per far si che il gioco uscisse il prima possibile e nella miglior condizione possibile, aggiungiamoci anche la saturazione del mercato, la forte concorrenza e dei giocatori sempre più abituati ad una tipologia di videogiochi “diversi” e il risultato è presto detto.

È di poco tempo fa l’annuncio della chiusura di diversi studi (tra cui quello di Hi-Fi Rush) da parte di Microsoft e del licenziamento di circa 1000 dipendenti da parte di Sony.

Tutto ciò sta portando i videogiocatori – stanchi delle lunghe attese per dei giochi che molte volte escono incompleti – a cercare altro sul mercato: indie, abbonamenti e free to play stagionali.

Dei consumatori diversi

La richiesta dei consumatori in questo ambito è cambiata profondamente: l’avvento di Fortnite e l’idea del gioco gratis e con contenuti stagionali ha stravolto completamente il mercato. Sono tante le software house che, alla luce del successo del battle royale di Epic Games, hanno modificati i loro titoli di punta introducendo le stagioni e il battle pass.

Call of Duty, Fifa (o FC) e così via, tutti o quasi sono passati ad avere delle fasi stagionali e continuative nel tempo, avendo da una parte appeal per i nuovi giocatori che sono cresciuti con il mito di Fortnite ma facendo allontanare i veterani che col tempo si sono visti la loro saga videoludica preferita andare sempre più lontano dai vecchi canoni, ma d’altronde vox populi vox dei.

Non sono solo però i giochi stagionali a prosperare. In questo mondo fioccano i giochi indie, giochi indipendenti che tramite Steam e altre piattaforme simili stanno invadendo il mercato con decine e decine di titoli innovativi e molto creativi e ricercati. Addirittura, alcuni sviluppatori di indie utilizzano il cowdfunding e l’accesso anticipato per finanziare i loro giochi e farli testare della community, che fornisce un continuo supporto.

Abbonamenti e cloud gaming

Quando qualche anno fa Microsoft lanciava il suo Xbox Game Pass, per molti era una sorta di resa che la casa americana stava dando nei confronti di Sony e Nintendo (di cui non parleremo in questo articolo poiché con un modo di fare gaming diverso dagli altri).

Descritto da Forbes come <<un Netflix per videogiochi>>, il servizio negli anni è cresciuto a dismisura, garantendo a tutti gli utenti iscritti un ampio catalogo di videogiochi tramite il pagamento di un abbonamento mensile (attualmente gli abbonati sono circa 15 milioni).

Non solo, la crescita del Game Pass (disponibile su console Xbox e su tutti i PC windows) è diventato il punto di forza di Microsoft, tanto da garantire la maggior parte dei loro titoli di punta(vi ricordo che Microsoft ha acquistato Bethesda e, da poco, Activision Blizzard) come Call of Duty Black Ops 6, disponibili dal giorno del lancio.

Questa mossa da parte di Phil Spencer & co. è chiara: più giochi per tutti e più spazio per giocare ovunque. Non a caso, anche Sony, Ubisoft ed EA hanno iniziato ad adoperare questo sistema, proponendo abbonamenti simili al Game Pass che garantiscono l’accesso ad un parco di titoli in costante aggiornamento.

L’idea di Microsoft di trasformare il mondo del gaming in un vero e proprio servizio è rafforzata dal Cloud, che offre la possibilità agli abbonati al Game Pass di poter giocare ai giochi del catalogo senza doverli scaricare e senza quindi sforzare la piattaforma che si sta utilizzando, garantendo il servizio anche alle TV compatibili.

Anche Sony, con la sua PlayStation Portal si è avvicinata a questo mondo, garantendo la possibilità di videogiocare ovunque, purché connessi ad internet e con la PS5 almeno in modalità stand-by.

Una piccola speranza

Scrivo questo articolo dopo le conferenze con gli annunci dei giochi in uscita per la fine del 2024, 2025 e qualcuno 2026 e forse una minima speranza di un sollevamento c’è. Se la grande assente è stata Sony – che dalla sua ha soltanto annunciato Astrobot – e con un Ubisoft deludente che pensa soltanto alle stagioni dei suoi giochi – la maggior parte morenti -, Microsoft ha annunciato una serie di titoli in una conferenza ricca e senza troppi discorsi inutili ha mostrato di avere le idee molto chiare per i prossimi anni.

Tra il dire e il fare c’è ovviamente una gran bella differenza ma speriamo che tutti i team al lavoro sui loro giochi – che siano multipiattaforma, esclusive o quant’altro – possano lavorare serenamente in modo da garantire a noi giocatori giochi validi come un tempo, quando si viaggiava in mondi lontani e si sognava con storie toccanti e profonde.

A rileggerci! 🙂

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