Giunta a conclusione anche in Italia con Panini Marvel, è arrivato il momento di tirare le somme su Wolverine: Vendetta.
Una coppia imperdibile
Come detto nella recensione del primo volume, Wolverine: Vendetta è una serie speciale per diverse ragioni. La prima è che è fuori continuity, quindi leggibile da chiunque sia affascinato al personaggio di Logan senza dover per forza essere condizionato dai suoi trascorsi.
La seconda ragione è presto detta: lo scrittore, Jonathan Hickman, è uno dei più amati del momento – non a caso ha scritto per diverso tempo la serie regolare degli X-Men e attualmente sta scrivendo Ultimate Spider-Man – mentre il disegnatore è uno dei più amati dei tempi moderni e non lavorava in Marvel da tanto tempo: Greg Capullo.
Se non avete mai seguito gli autori e volete approcciarvi alle loro opere, ho scritto diverse guide su ciò che è consigliato (e ovviamente ci sono diversi fumetti che hanno i due nel nome) oppure, semplicemente, vi serve sapere che Greg Capullo ha disegnato una delle run più votate dei tempi moderni su Batman.
Se ancora non vi basta, il disegnatore ha aiutato Todd McFarlane a rendere Spawn il mito che conosciamo e ha collaborato negli anni ’90 su diverse storie della X-Force.
La miniserie
Il titolo è inequivocabile: si basa tutto su un sentimento forte e radicato, intrinseco in un personaggio tanto amato quanto complesso come Logan, la vendetta.
La trama, di per sé, non è troppo complessa e si colloca, come detto, in un universo alternativo: Magneto è caduto e quando è morto ha rilasciato una E.M.P. che ha spento ogni dispositivo elettronico nel mondo.
Nel tentativo di recuperare l’ultima fonte di energia sulla terra, Capitan America, il Soldato d’Inverno e Wolverine hanno unito le forze ma sulla loro strada hanno trovato la nuova confraternita dei mutanti malvagi.
Non posso dire altro, ma ovviamente quando vi ritroverete – e dovete farlo – a sfogliare le pagine anche soltanto del primo spillato (al momento la serie in Italia è pubblicata in 3 spillati) vi accorgerete dell’aria pesante che si respira.
Leggendolo e vedendo i personaggi che via via si susseguivano, ho avvertito davvero il peso delle scelte di Wolverine e non solo; la vendetta non è solo nel titolo, anzi.
È un elemento vivo e che aumenta in ogni goccia di sangue – e ce ne sono tante, di gocce – che viene versata.
Il senso della Vendetta
Qual è, dunque, il senso della vendetta e del viaggio di Logan? I due bravissimi autori (a cui è stata data carta bianca, per fortuna) provano a spiegarlo ai lettori lasciando qualche punto interrogativo.
La vendetta, a volte, è un sentimento forte che viene tramandato di generazione in generazione e che spesso risucchia tutte le energie.
Vale la pena vivere in funzione di essa? Vale la pena non andare avanti e vivere di rabbia, oscurando il presente?
La soluzione di Hickman e Capullo è forse classica, ma efficace. Con il suo ritmo serrato – consiglio di leggerla tutta d’un fiato – e con i suoi disegni oltre la perfezione, Wolverine: Vendetta convince e rende onore ad un personaggio complesso e fiero come Logan.
D’altronde, quale scelta migliore poteva esserci per un plot del genere? Anzi, quale scelta migliore per un finale del genere?
Il finale, si, che non vi dico. Perché dovete arrivarci come l’hanno concepito gli autori e, quando chiuderete gli albi, dovrete domandarvi: alla fine, quanto costa la vendetta?
A voi le risposte, che saranno tutte diverse. Forse, anzi sicuramente, è giusto così.
La recensione ti è piaciuta? Leggine altre qui!
Wolverine: Vendetta è una miniserie divertente e, nella sua semplicità, complessa. Con i disegni straordinari di Capullo e la scrittura di Hickman vi travolgerà e vi farà porre delle domande di non faciel risposta.
PRO
- Hickman e Capullo: che coppia
- La vendetta si percepisce ad ogni pagina
- Quanto velocemente passa il tempo? Siamo disposti a dimenticare?
CONTRO
- Qualche situazione poteva essere approfondita meglio