Daredevil: Rinascita recensione marcoafumetti

Daredevil: Rinascita – Recensione della serie TV

Daredevil: Rinascita è la serie TV che segna l’arrivo di Matt Murdock nell’MCU. Parliamone, senza spoiler.

Daredevil: Rinascita Devil in azione

Il diavolo di Hell’s Kitchen

Entrato nel cuore di centinaia e centinaia di lettori in giro per il mondo, Daredevil, il cui vero nome è Matt Murdock, ha esordito nel 1964 con il primo numero della collana intitolata proprio “Daredevil”.

Quando non difende la sua New York da personaggi strambi e cattivi, Matt è un avvocato cieco. Le sue origini supereroistiche derivano da un incidente d’auto che gli ha conferito abilità speciali.

Cresciuto a Hell’s Kitchen, riesce a compensare la sua cecità grazie a quella sostanza radioattiva che, durante l’incidente, gli ha acutizzato tutti gli altri sensi, rendendolo un vero a proprio radar vivente.

Sul personaggio sono stati scritti archi narrativi che definire leggendari è quasi dispregiativo come quello di Frank Miller che, con la sua run iniziata nel 1979 – come disegnatore prima e come autore completo poi – è riuscito ad evolvere il personaggio, con un tono fortemente noir.

Non solo, Miller ha introdotto – oltre alla lotta contro Kingpin e Bullseye – la figura fondamentale di Elektra, ex-compagna di Matt all’università ed esperta di arti marziali.

Le grandi storie su Daredevil non si fermano di certo a Miller ma, per il grande pubblico “da divano”, è stata la serie Netflix a dare un forte slancio a Matt & co.

Da Netflix a Disney+

Non bisogna nascondersi – a differenza di ciò che potrebbero aver fatto gli autori -, Daredevil: Rinascita è una serie TV ibrida che di più non si può.

Cambia forma a suo gusto e piacere e si colloca nel mezzo tra nostalgia e rilancio. Rilancio della serie che prima apparteneva a Netflix e che, nel corso degli anni, ha ricevuto apprezzamenti da tanti spettatori.

La Marvel ha pensato bene a come introdurre Devil nell’MCU. Ha deciso di tenere lo storico Charlix Cox nei panni di Matt Murdock e Vincent D’Onofrio nei panni di Wilson Fisk (Kingpin) e non solo, quasi tutto il cast (compreso il Punitore) è lo stesso dei tempi andati.

Daredevil: Rinascita scena con Matt Murdock

L’obiettivo, a questo punto, è chiaro: riuscire a far tornare gli spettatori della serie Netflix ad apprezzare le gesta del Diavolo senza però rinunciare al nuovo pubblico, quello che si nutre dei prodotti – spesso di dubbia qualità – dell’Universo cinematografico della Marvel.

Il risultato? Non è facile definire Daredevil: Rinascita. Indubbiamente la serie ideata da Dario Scardapane è piena di idee, tanto valide quanto confuse e caotiche. Ma cos’è questa serie? Un reboot? Una continuazione della precedente?

Non è facile capirlo e spiegarlo, anche perché se da un lato lo sforzo fatto dagli autori di dare aria nuova ai personaggi si percepisce, risulta quasi indispensabile aver visto le precedenti avventure dell’eroe.

New York e i demoni

Il caos non è soltanto presente nel corso di alcuni episodi ma, come spesso succede con i prodotti MCU, parte dalla produzione: annunciata come maxi-serie di 18 episodi e con diversi episodi già girati, è diventata una serie divisa in stagioni, con la prima composta da 9 episodi.

È proprio dopo averne visto tutti gli episodi che sono riuscito a farmi un’idea di quanto questa serie poteva essere e che è stata soltanto in parte.

Il primo episodio di Daredevil: Rinascita è clamoroso. Ha tutto ciò che una serie sui supereroi dovrebbe avere, dalle atmosfere alle scene d’azione, fino al ritmo e alle musiche.

In realtà, questo inizio da applausi è una sorta di saluto al passato, come a voler chiudere i ponti con la vecchia serie. La produzione non fa sconti a nessuno, parlando chiaro: è una serie per adulti e violenza e maturità sono le parole d’ordine.

Da qui e per tutto il corso della stagione, Daredevil: Rinascita diventa un ibrido che spazia tra due tematiche.

Da una parte abbiamo un action urbano fortemente politico con al centro le vicende che coinvolgono Matt Murdock e Wilson Fisk e che vede New York e i suoi cittadini fortemente protagonisti, dall’altra c’è il percorso di crescita e la lotta dei demoni che Matt – ed in questo Charlie Cox è fenomenale – dovrà affrontare continuamente.

Daredevil: Rinascita Muse

Rinascita… o no?

Tutto questo si mischia per uscirne come un polpettone, dove l’arrivo di un nuovo e pericolosissimo villain trova poco spazio.

Insomma, l’obiettivo “Rinascita” funziona fino ad un certo punto. La serie sente il peso della produzione travagliata e alcune puntate – con alcuni cameo evitabili – sono slegate e confusionarie.

Da un personaggio che amo follemente e di cui ho apprezzato tantissimo le run urbane (stiamo pur sempre parlando di un vigilante), mi aspettavo una linfa diversa e un’identità più definita.

Il suo squilibrio con i suoi alti picchi lo porta ad essere, nella scrittura e nella direzione artistica, un prodotto al limite dall’essere la classica, sconclusionata serie Marvel. Si salva per qualche guizzo del cast e per le atmosfere che, vuoi o non vuoi, trascinano lo spettatore in quella New York così imperfetta che fa innamorare tutti.

Imperfetta come la serie, come la vita di Matt, come il suo tentativo di salvare sempre tutti. Per capire se davvero si riuscirà a dare una raddrizzata ad un prodotto – comunque buono – bisogna attendere ancora un po’, perché la partita è apertissima.

D’altronde, Daredevil tornerà nella stagione 2.

La recensione ti è piaciuta? Leggine altre qui!

Conclusioni
Conclusioni

Imperfetta e con tanti alti e bassi, l’operazione Daredevil: Rinascita riesce a metà. Ibrida e poco chiara nella sua identità, stupisce per la forza del cast e, soprattutto, per il finale aperto. Armiamoci di pazienza e aspettiamo per capire cosa diventerà davvero Daredevil.

PRO
  • Charlie Cox è il perfetto interprete di Matt Murdock
  • In alcuni momenti New York è perfetta
  • È bello rivedere certi personaggi
  • Alcuni momenti altissimi…
CONTRO
  • …ma anche alcuni inspiegabili
  • È un sequel o un reboot?
  • A volte troppo confusionaria e frettolosa
7

I commenti sono chiusi.