Dylan Dog è tornato anche questo mese! Parliamo senza spoiler del numero 464: La dama bianca.

Chi è Dylan?
Se siete nuovi nel mondo dei fumetti o, semplicemente, conoscente soltanto di nome Dylan, sappiate che parliamo di uno dei capisaldi del fumetto italiano.
Completamente Made in Italy, Dylan Dog è una serie a fumetti edita dalla Sergio Bonelli Editore e il personaggio è nato da un’idea di Tiziano Sclavi, precisamente nel 1986.
Il primo numero, ormai leggendario, è intitolato “L’alba dei morti viventi” e ha fin da subito stregato i lettori, tanto da portare la serie a vendere – negli anni novanta – oltre mezzo milione di copie mensili.
Ovviamente, negli anni, il calo delle vendite ha portato a diversi rilanci sul personaggio, passato di mano in mano per diversi autori. Nonostante tutto, continua ad essere il secondo fumetto più venduto in Italia e ha ancora tantissimi fedeli lettori che ne apprezzano le avventure.
L’indagatore dell’incubo, spesso affiancato dal suo aiutante Groucho, è amante della paura tanto da averne fatto un mestiere. Parliamo infatti di una vera e propria serie horror ma non solo; la sua particolarità e forza sta proprio nel portare variare di genere.
Dylan Dog è onirico, surreale, e spesso vive – e fa vivere ai lettori – storie che sembrano un intricarsi di sogno (o incubo) e realtà, di paure irrazionali, di ignoto. Insomma, Dylan è stato – e continua ad essere – un punto di riferimento del fumetto italiano che si fa apprezzare per essere ciò che gli altri non sono e non saranno mai.

464: La dama bianca
La gestione del personaggio da parte di Barbara Baraldi continua e lo fa con una storia che vede al soggetto e alla sceneggiatura Claudio Lanzoni e Alessandro Russo affiancati ai disegni da Ernesto Grassani.
La copertina – molto suggestiva – è invece opera di Gianluca e Raul Cestaro.
“La dama bianca“, titolo del numero 464 di Dylan Dog è tante cose: innanzitutto è un grande tributo a “La dama in nero“, numero uscito nel 1988 dalle menti – e mani – di Montanari e Grassani.
Se volete approfondire il come e il perché, è proprio Barbara Baraldi a parlarne dell’editoriale che trovate ad inizio albo.
La storia in sé è particolare e abbastanza – se non molto – surreale. Il numero si apre con Francesca, una ragazza che guarda il paesaggio mano nella mano con il suo amato Vincent, promettendosi di rimanere insieme per sempre.
Da lì, un salto temporale – a occhio e croce di diversi anni – vede Francesca finalmente sposarsi ma con Malcolm, un’altra persona.

Splatter e mistero
Dalla scena del matrimonio di Francesca in poi, ciò che succede è un vero e proprio disastro splatter. Non posso e non voglio entrare nel dettaglio ma, poco dopo, assistiamo ad un altro salto temporale e conosciamo Carlotta, personaggio cardine della storia.
Figlia proprio di Francesca, la ragazza deve combattere con i demoni della propria famiglia e ha bisogno nientemeno che di Dylan.
La storia, come al solito in 96 pagine, si fa leggere con piacere. È decisamente splatter e abbastanza investigativa, con qualche mistero interessante che riesce a far porre diversi interrogativi al lettore.
Come al solito, quando si parla di Dylan, riuscire a capire cosa è reale e cosa invece è soltanto un lavoro della mente è estremamente difficile e questo numero non fa eccezione.
Ho trovato, durante la lettura, che in alcuni punti la storia è stata un po’ forzata e velocizzata per rientrare nelle pagine e i disegni – vi ricordo che è un parere soggettivo – non sono così riusciti.
Non ho apprezzato particolarmente i volti dei personaggi, in alcuni punti quasi abbozzati, e in generale credo che si poteva fare meglio.
La storia, invece, tolto qualche piccolo neo che vi ho raccontato, mi è piaciuta e, soprattutto, mi è piaciuta la domanda finale che Dylan pone prima a se stesso e poi a noi lettori.
La recensione ti è piaciuta? Leggine altre qui!
Il numero 464 di Dylan Dog convince a metà; sebbene la storia sia interessante e con qualche guizzo vincente, alcune situazioni si sbrigano troppo velocemente e i disegni non convincono appieno.
PRO
- Bello il tributo a “La dama in nero”
- Splatter e mistero si mischiano bene…
CONTRO
- …a volte in maniera frettolosa
- I disegni non mi hanno convinto