La serie Oldboy, che affianca la regolare di Dylan Dog, riparte dal numero 1, non senza modifiche. Parliamone.

Cos’è Oldboy
Pubblicato per la prima il 30 ottobre 2020 – il giorno del compleanno di Dylan -, Dylan Dog Oldboy nasce come spin-off della famosa serie regolare.
Il termine “Oldboy” si riferisce al “vecchio Dylan”, ovvero alla versione del personaggio e delle sue storie prima del reboot narrativo arrivato con il famoso “ciclo della meteora” iniziato dal 2018 da diversi autori come Roberto Recchioni.
A seguito del reboot, Dylan è stato fortemente modernizzato, cambiando dinamiche e personaggi a cui i lettori erano affezionati.
Per accontentare la – grossa – fetta di pubblico, innamorata delle atmosfere gotiche e horror vecchio stile, è nata questa serie bimestrale con due storie inedite, tutte autoconclusive.
In Dylan Dog Oldboy, l’Indagatore dell’Incubo vive a Craven Road e ha sempre al suo fianco Groucho. Insomma, un regalo ai fan “vecchia scuola” che hanno amato le storie anni ’80 e ’90.
Adesso però, Oldboy è stato rilanciato e riparte dal numero 1, cambiando anche formato.

Oldboy 1: Skinwalker
Dopo quattro anni, 29 albi e 57 episodi, la testata cambia formula. Nonostante la periodicità bimestrale rimane invariata, la foliazione è cambiata – siamo a 98 pagine – e dunque ci si trova dentro soltanto una storia.
Il copertina resta Marco Nizzoli, mentre cambia la grafica delle cover che d’ora in poi sarà sempre collegata alla storia dell’albo (in realtà, se il disegno è buono, la grafica generale lascia un po’ a desiderare…).
Le storie, anzi la storia, continua e continuerà a fare riferimento agli anni Ottanta e il primo numero, scritto da Bruno Enna con i disegni di Gianluca Acciarino si intitola Skinwalker.
Il primo “new Oldboy” è un po’ inusuale per Dylan: l’Indagatore dell’Incubo è ovviamente dislocato e molto lontano dall’era digitale.
La storia “Skinwalker“, come detto anche dagli autori in apertura, ha preso spunto qua e là: c’è tanto della serie di libri western iniziata con “Lonesome Dove” e un po’ della serie TV “Reservation Dogs“.
Lo studio delle ambientazioni e del contesto in cui la storia si svolge è stato, dunque, ben profondo. Ma alla fine, com’è questo primo numero?

Recensione
Impossibile dire che “Skinwalker” non è una buona lettura. Chiariamoci, non sono un lettore di Dylan dal 1986 – anche perché sono nato 12 anni dopo – ma qualche storia dell’Indagatore l’ho letta.
Bruno Enna e Gianluca Acciarino hanno fatto un buon lavoro; la storia si fa leggere e non annoia neanche un attimo. In più, contiene tanti di quegli elementi che hanno fatto amare il personaggio ai più e che i lettori di vecchia data cercano.
In “Skinwalker” non manca, fin dalle prime pagine, il senso di mistero e di inquietudine, dove la componente horror fa la sua parte in maniera importante.
Sempre sospeso la tra la realtà e il sovrannaturale, il buon Dylan si ritrova ad affrontare una minaccia “particolare” nel New Mexico, nella Riserva Ramah – se siete lettori di Tex questi nomi probabilmente non vi saranno nuovi -.
I disegni fanno il loro dovere, risultando “sporchi” il giusto, perfetti per le scene in cui di caos che non mancano.
Insomma, un nuovo ciclo che, con il suo primo numero, non mi è dispiaciuto. Non è una storia sconvolgente o che resterà negli annali ma intrattiene e diverte e per un fumetto direi che va bene così.
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Il nuovo Dylan Dog Oldboy parte bene. Con “Skinwalker” ci si ritrova nelle terre Navajos sempre ad un passo tra reale e surreale, con spiriti maligni e popoli straordinari.
PRO
- Ottimo entry point per i lettori
- Non annoia mai
- Horror, suspence e azione
CONTRO
- I vecchi lettori apprezzeranno la riduzione di pagine?
- Non so quanto possa attirare nuovi lettori, soprattutto giovani