Il Drago e il Camaleonte – Recensione del manga

Ho letto i primi due volumi de Il Drago e il Camaleonte, il manga di Ryo Hisiyama.

L’autore: Ryo Ishiyama

Ryo Hisiyama è – ovviamente – un mangaka giapponese, noto per aver lavorato nel mondo degli shonen.

Inizia la sua carriera come assistente di Eiichiro Oda – il creatore di One Piece, se non avete vissuto in una caverna fino ad oggi – e ha contribuito alla creazione dello spin-off One Piece Episode A, illustrato da Boichi (in Italia lo trovate pubblicato da Star Comics).

Prima de “Il Drago e il Camaleonte“, Hisiyama ha lavorato su diverse altre serie – tra queste Parasite B e Mitsubiki Condor – anche se, come potete immaginare, le notizie sugli autori non sono mai chiare.

L’autore è considerato valido ed ha ottenuto un discreto successo, non a caso il suo ultimo lavoro è stato raccomandato da Kohei Horikoshi, il papà di My Hero Academia

Inoltre, Il Drago e il Camaleonte è la sua prima serie originale ad arrivare in Italia, grazie a J-POP.

Il Drago e il Camaleonte

Vincitrice del Japan Cartoonist Association Award nel 2024, Il Drago e il Camaleonte racconta dall’interno la vita e le difficoltà dei mangaka, sia esperti che alle prime armi.

La trama, in realtà, mischia a questo “dietro le quinte” del lavoro degli autori di manga un po’ di battle shonen.

“Dopo un banale incidente, il geniale mangaka Garyo Hanagami e Shinobou Miyama, un disegnatore sconosciuto che nutre nei suoi confronti un odio morboso, si ritrovano l’uno del corpo dell’altro! Grazie al suo talento nell’imitare lo stile di chiunque e a una totale mancanza di scrupoli, Shinobu si gode la fama e i privilegi della sua nuova posizione… Mentre Garyo, il “Drago” ossessionato dai manga, dà inizio alla sua scalata verso il successo!“

Niente di nuovo, direte voi. Nel mondo dei fumetti nipponici è spesso capitato che i protagonisti subiscano degli scambi di corpi e, soprattutto, il tentativo di scalata verso il successo nel mondo dell’editoria è un tema abbastanza trito.

Se siete lettori di manga da un po’, è impossibile non conoscere Bakuman o Manga Bomber, opere che prima di tutti hanno cercato – in modi e toni completamente diversi – di analizzare il complesso e controverso mondo dei mangaka.

In realtà, l’obiettivo di Ishiyama nella sua opera è si fornire al lettore delle informazioni circa il lavoro che c’è dietro la pubblicazione settimanale dei capitoli (con delle spiegazioni dei termini alla fine di ogni albo), ma anche quello di intrattenere ed elevare questa scalata in una vera e propria battaglia.

La recensione

È proprio questo modo di intendere la corsa sfrenata verso il successo, utilizzando delle modalità che strizzano più di un occhio ai battle shonen, che rende Il Drago e il Camaleonte un’opera leggermente diversa dalle altre.

Il titolo non è soltanto figurativo: i protagonisti sono fortemente caratterizzati e la loro controparte “animalesca” si figura in veri e propri stand degni degli shonen dei tempi.

Il manga – almeno dopo i primi due volumi – non mi ha convinto appieno; i disegni sono senza dubbio buoni ma ciò che mi ha fatto storcere il naso è la confusione.

Cosa vuole essere quest’opera? In alcune fasi – anche più tecniche – sembra ricordare Bakuman, in altre invece sembra di vedere dei ragazzi che disegnano e che sprigionano forza come se avessero dentro di loro degli Yokai.

Inoltre, sebbene i due protagonisti risultano ben caratterizzati, ho trovato gli altri personaggi (con una piccola eccezione) piatti e in alcuni punti davvero forzati.

Il Drago e il Camaleonte vuole essere tante cose – forse troppe – e finisce per perdersi e, in alcuni punti, per annoiare. In un panorama manga così ricco e vasto, vedere opere che cadono ancora nelle solite soluzioni di trama, un po’ mi intristisce.

La domanda che mi sono posto, dopo aver chiuso il secondo volume, è una sola: ne avevamo bisogno? Forse no.

La recensione ti è piaciuta? Leggine altre qui!