Arrivata con 6 episodi di 12 in Italia su Paramount+, la serie sequel del film animato è una ventata d’aria fresca, divertente e accattivante.
Quattro fratelli
Conoscete le Teenage Mutant Ninja Turtles? Nate come serie fumetti dalle menti (e mani) di Kevin Eastman e Peter Laird e conosciute qui da noi come “Tartarughe Ninja“, sono delle tartarughine divenute poi semi-umane grazie (o per colpa) di un liquido con cui sono entrate a contatto per caso.
I loro nomi sono ispirati ai grandi protagonisti del Rinascimento fiorentino: Leonardo, leader delle Tartarughe e utilizzatore di katana, Raffaello, testa calda del gruppo e abile utilizzatore di pugnali sai, Donatello, fratello intelligente amante della scienza e tecnologia, utilizzatore del bastone bō ed infine Michelangelo, fratello minore e simpaticone che utilizza i nunchaku.
Dalla prima storica serie a fumetti (che Panini Comics sta ristampando e di cui parleremo presto), i quattro fratelli e Splinter, il loro padre/maestro, sono diventati cartoni animati, pupazzi, film live action e film animati, di tutto e di più insomma.
È proprio dall’ultimo film animato – che personalmente ho trovato apprezzabilissimo – che parte la recensione di oggi. Teenage Mutant Ninja Turtles – Caos Mutante, uscito in sala nel 2023, è il precursore della serie animata disponibile su Paramount+. La serie parte infatti dal finale del film e, per apprezzarla al meglio, consiglio vivamente di avere un minimo di conoscenza sulle Tartarughe e di aver visto il film, ovviamente.
Uno stile strepitoso
Sebbene il film sia fatto in animazione 3D low-frame, la serie è completamente fatta in 2D, come un normale cartone ma con uno stile davvero incredibile. I personaggi sono praticamente uguali (ma va?) al film, per cui se conoscete delle Tartarughe Ninja diverse e se non avete visto il film, aspettatevi delle novità.
Nel film e nella serie, i protagonisti mutanti vanno al college e il loro essere ancora adolescenti è un elemento che spinge molto la trama, ponendo l’accento in maniera importante sulla loro immaturità ed inesperienza.
A far fronte a questa mancanza, oltre a Splinter, c’è un personaggio storico per il brand: April O’ Neil. Anche lei cambiata radicalmente dalla prima apparizione e dalle altre volte in cui è apparsa sui piccoli e grandi schermi, è comunque un personaggio importante per il gruppo.
Come avete ben capito, l’universo cinematografico creato da Seth Rogen ha introdotto diverse riletture, molte significative, senza però abbassare la qualità del brand che anzi, negli ultimi anni aveva perso un po’ la fiducia dei tanti fan in giro per il mondo.
La serie è formata da 12 episodi ma in Italia su Paramount+ sono disponibili soltanto i primi 6 (con gli altri 6 in uscita a Novembre), per cui la recensione si basa inevitabilmente sulla prima parte.
Punti di vista
La forza dei primi sei episodi è un cambiamento importante e che raramente si è visto nel gruppo delle Tartarughe: i punti di vista diversi. Ambientata due mesi dopo il film, nell’arco narrativo della prima parte di serie le Tartarughe affrontano Josefina Bishop, una spietata e brillante inventrice che ha come obiettivo lo sterminio di tutti i mutanti.
È proprio lei a dividere i nostri amati protagonisti che si ritrovano ad affrontare i vari pericoli scagliati dalla Bishop in solitaria. Le puntate sono tutte incentrate su protagonisti diversi, mostrandoci come un vero e proprio fumetto (che nella serie è scritto da Leonardo) come i mutanti affrontano i pericoli in solitaria.
È senza dubbio un’ottima mossa che permette ai vari Leonardo, Raffaello & co. di mostrarsi al pubblico in tutti i loro pregi e difetti, facendosi apprezzare e riuscendo a far immedesimare perfettamente lo spettatore con ognuno di loro. Essendo ancora adolescenti e con la serie che accende tanto i riflettori sui problemi di questa età, si ritroveranno spesso a sbagliare e a cercare la miglior versione di loro stessi, con tanta difficoltà.
L’accento non è posto soltanto sulle Tartarughe, anzi. I nemici e comprimari hanno un grande spazio e hanno la possibilità di esprimersi in tutto il loro potenziale, grazie ai loro POV che spiegano le loro motivazioni e il perché siano finiti anche loro in determinate situazioni.
La durata degli episodi aiuta molto perché, con i primi sei dalla durata ognuno di 20 minuti, si ha l’impressione davvero di potersi prendere una pausa dalla frenetica vita e fare un salto in una New York fuori di testa.
Il futuro
L’arco narrativo dedicato a Josefina Bishop si conclude (forse?) con i primi sei episodi e, da quello che ho letto in giro, gli altri sei sono incentrati su un altro tipo di nemico, ma di questo ne parleremo a tempo debito.
I temi toccati dagli autori, oltre che l’adolescenza, sono tanti: si va dalla famiglia che si sceglie, ai ricordi, fino ad arrivare alla tecnologia, forza portante della serie. Ambientata nei giorni nostri, la città e i personaggi sono letteralmente schiacciati da ciò che la tecnologia ha da offrire e gli autori riescono perfettamente a far capire come questa sia un’arma a doppio taglio, specialmente nelle mani sbagliate.
Ironica, divertente, piena di azione e animata benissimo, I Racconti delle Tartarughe Ninja è veramente un arrivo nuovo e fresco per il panorama delle serie TV animate in 2D, capace di far tornare in auge i quattro mutanti e di aprire la strada al secondo film, già annunciato.
Resta da vedere come si chiude con i restanti sei episodi ma, per una scelta davvero strana, al momento non ci resta che aspettare.
Divertente, ricca di azione e ironia, I Racconti delle Tartarughe Ninja riesce perfettamente nel suo intento. A qualcuno le versioni troppo teenager dei mutanti potrebbero dare fastidio e, per un giudizio completo, dovremo aspettare Novembre.
PRO ♥
- Lo stile grafico
- I temi trattati
- I diversi punti di vista delle Tartarughe
CONTRO 💔
- A qualcuno potrebbe non piacere l’età data alle Tartarughe
- Manca la seconda parte di serie per cui per un giudizio definitivo bisogna attendere