Colgo l’occasione della domenica, giorno di riposo per eccellenza (non per tutti, purtroppo) per recuperare le recensioni di Topolino. Finalmente posso mettermi in pari, parlando dei numeri 3592 e 3593, arrivati in extremis questo venerdì (grazie Poste Italiane).
Copertina… da brividi
Il numero 3592 si presenta con un disegno del sempre ottimo Corrado Mastantuono aiutato dai colori di Andrea Cagol. I due citano la prima storia del volume che vede il ritorno di Lord Hatequack e di quell’atmosfera simil-horror che fa sempre bene su queste pagine.
In apertura, un editoriale di Alex Bertani ci spiega un retroscena proprio sul Lord, apparso per la prima volta nel 2021. La sua prima apparizione doveva anche essere l’unica ma, dopo diversi confronti interni, si è deciso che Lord Hatequack sarebbe diventato il nome disneyiano di Edgar Allan Poe e che le sue storie erano appena iniziate, per fortuna!
Horror e umorismo
E allora tuffiamoci nel mistero con “La leggenda del castello nero“, storia scritta da Giulio Gualiteri e disegnata da Giorgio Cavazzano. Che dire? Se avete già letto le storie precedente di questa sottospecie di collana, sapete già cosa aspettarvi. Questa volta i malcapitati sono Qui, Quo e Qua che, nel beffarsi del loro zio Paperino, si ritroveranno in una situazione decisamente spiacevole.
Disegnata bene e con la giusta dose di mistero, è forse troppo corta ma il finale lascia presagire ulteriori misteri per il futuro, chissà…
Continua anche “La casa delle storie” con “Paperino scalpellino a cuma” che vede lo sfortunato papero protagonista di una storia scritta da Marco Bosco e disegnata da Blasco Pisapia ambientata a Cuma nel 1844. Una storia classica per il settimanale, simpatica e divertente, ma nulla di più (e non per forza questo è un difetto).
Mi è piaciuta molto la storia “Newton Pitagorico e la luce della scienza” scritta da Matteo Venerus e disegnata da Lucio Leoni che vede l’ennesima prova scellerata del piccolo scienziato alla ricerca del proprio posto e del proprio successo, anche con tentativi estremi. E il finale…
Una storia estera anticipa la chiusura dell’albo, che chiude un grande cerchio.
La fine di Minni & Co?
Si conclude dopo tre numeri e sei episodi “Minni pret-à-porter: fashion academy“, la lunga storia che ha portato Minni e Betty ad insegnare alla prestigiosa Topolinia Fashion Academy. Prestigiosa si fa per dire, viste le terribili acque finanziare in cui naviga la scuola.
Tra alunni diffidenti e con caratteri diversi pronti a scontrarsi tra loro e con le insegnati, il loro obiettivo è quello di disegnare il costume per il prossimo film di fantascienza della diva Dolly Première. Le difficoltà sono tante e tra personaggi che tramano nell’ombra e discutibili gusti di moda, le nostre eroine dovranno davvero dare tutto ciò che hanno per riuscire a risolvere le tante situazioni.
Una storia, nel complesso, ben scritta. Gli episodi sono tanti e, secondo me, si poteva tagliare qualcosina perché in alcuni punti ci sono davvero tanti dialoghi e personaggi e potrebbe risultare un pelo difficile riuscire a ricordare il tutto. Ma, comunque, se avete apprezzato le vecchie storie della Boutique, apprezzerete anche questa, come d’altronde ho fatto io.
Il numero 3592 chiude il grande cerchio di Minni e le sue amiche, arricchito dal ritorno di Lord Hatequack con i suoi misteri sempre interessanti. In sostanza, un buon numero.
PRO
- Le storie raccontate da Lord Hatequack hanno sempre il loro fascino
- Newton torna protagonista
- Il finale su Minni…
CONTRO
- …poteva essere più incisivo e “cattivo”.
Topolino 3593
Il numero 3593 porta in scena il circo. Si, avete capito bene, e lo fa in un modo davvero incredibile e promette fuochi d'artificio per il futuro.
Parte tutto dalla cover, disegnata dal supremo Paolo Mottura e colorata dal sempre presente Andrea Cagol che ci presentano e ci fanno annusare l'atmosfera incredibile che potremo respirare girando qualche pagina.
Il progetto "Circus" si sviluppa in 5 episodi doppi e autoconclusivi, quindi una serie abbastanza lunga ma che, purtroppo, non sarà continuativa e uscirà una volta ogni tot settimane, come fu per "La ciurma del Sole Nero".
E allora, tuffiamoci nello show...
Si va al circo
La prima storia di "Circus", divisa in due episodi, si chiama "Ombre della ribalta" ed è incredibile. Scritta da Giovanni Di Gregorio e disegnata da Paolo Mottura, racconta la storia di come un circo strambo arriva nel paesino di Cornville, dove la cosa più interessante che c'è è la sagra delle pannocchie.
In questo circo non mancano (anzi, sono tutti così) le persone strambe e misteriose. È proprio il nostro Mick McMouse (Topolino), cittadino di Cornville, a decidere di aiutare questa strana banda ad allestire le tende per lo show che si terrà. Disegnato in maniera sensazionale e scritto divinamente, la storia è piena di misteri, spettacolo, personaggi incredibili e ben caratterizzati e sono sicuro che, quando ne parleremo approfonditamente in futuro, sarà soltanto per incastonarla nella pietra delle storie migliori degli ultimi anni.
Purtroppo, il resto dell'albo è molto scialbo con una storia su Paperoga, Filo e i loro lavori disperati e una storia molto breve che vede il ritorno di Paperino Paperotto.
Torna, dopo la storia meravigliosa del 3591, "I cimeli raccontano: Zio Paperone e la paglietta" che, scritta ancora da Marco Bosco e disegnata da Carlo Limido, racconta ancora aneddoti da un giovane - questa volta giovane/adulto - dello ziastro. Buona storia, disegni ok e sempre dei buoni consigli di vita. Ma, nell'economia dell'intero numero non basta.
Il numero 3593 introduce "Circus" e forse si culla un po' proprio per questa storia. Il numero però, nel complesso, non rende come i precedenti.
PRO
- Circus è incredibile
- Lo Zio Paperone del passato è sempre bello da vedere
CONTRO
- Le altre storie sono soltanto riempitive