La serie spin-off con protagonista Osswald Cobblepot entra nel vivo con un episodio bomba.
Contro tutti
Prima di procedere, vi avverto che questo articolo contiene spoiler sulle prime due puntate di The Penguin (le recensioni le trovate qui e qui) ma non sulla terza. Questo perché per poter parlare del nuovo episodio, è essenziale poter raccontare ciò che è successo prima senza freni.
Vi ricordo che la storia è ambientata due settimane dopo il finale di The Batman e parte, ovviamente, con una Gotham completamente distrutta dal piano dell’Enigmista e con la criminalità sotto shock per la morte di Carmine Falcone.
In tutto questo, il Pinguino (al secolo Oswald Cobblepot) ha in mente un piano ben preciso: è arrivato il momento di prendersi Gotham. Ed è proprio questo l’incipit della serie che parte a razzo con l’incontro tra Oz e Alberto Falcone, diventato capo del crimine dopo la morte del padre. Incontro che mostra apertamente il tono crudo e violento della narrazione e che porta alla morte di Alberto proprio per mano del Pinguino.
Falcone o Maroni?
Per realizzare il suo piano, Oz ha bisogno di un aiutante e lo trova nel povero Victor, ragazzo povero che cerca di mantenersi grazie a dei furti e, mentre cerca di rubargli l’automobile, incappa nel Pinguino.
Oz continua a giocare su diversi tavoli, giurando alla famiglia Maroni (rivale storica dei Falcone) di rivelare loro i piani di Sofia, figlia di Carmine Falcone, in cambio della loro protezione. È proprio Sofia a sospettare della presenza di una talpa nella sua famiglia. Quando il Pinguino tenta di portare la donna dalla sua parte, cercando di incastrare Johnny Viti, le cose non vanno come previsto e si ritrova ad incastrare la guardia del corpo di Sofia, Castillo.
Alla luce di ciò, Sofia inizia a fidarsi di Oz dichiarando la sua intenzione di prendere in mano l’attività di famiglia e chiedendo una mano per uccidere Luca, il cugino di Carmine Falcone.
Il terzo episodio
Come potete notare e come sicuramente avrete visto, il ritmo in The Penguin è ben scadenzato e di cose, nei primi due episodi, ne sono successe eccome. Questo terzo episodio, almeno per me, supera i suoi predecessori e fissa uno standard elevatissimo per regia, interpretazione e, soprattutto, sentimento.
Fin dalle prime scene si capisce che il protagonista della puntata non sarà il solito Oz, ma Victor. Cresciuto nel malfamato sobborgo di Crown Point, il ragazzo è finito nelle “grinfie” del Pinguino per uno scherzo del destino.
La puntata ha due facce (no, non parlo di quel personaggio) e, mentre il piano di Oz e Sofia va avanti con l’introduzione di una nuova droga, chiamata Bliss, il povero Victor sarà più volte messo davanti a scelte importanti.
Il suo personaggio acquisisce sempre più tridimensionalità, con gli autori della serie che ci presentano il suo passato e le sue difficoltà, che continuano a tormentarlo nel presente. La sua storia potrebbe essere quella di tanti ragazzi nati e vissuti in quartieri difficili, dove la speranza di una vita migliore muore fin dai primi respiri.
È sempre difficile parlare di un episodio senza fare spoiler, ma vi basta sapere che la sua storia riuscirà a toccarvi nel profondo e, fino alla fine, spererete che possa fare la scelta giusta per il suo futuro.
Chiude la puntata un gran colpo di scena, collegato proprio a Victor che cambia inevitabilmente le sorti della serie e che ci fa rimanere in apnea per una settimana, in attesa di vedere come la situazione – stravolta nuovamente – si evolverà. Tra regia, musica ed interpretazione, difficilmente si trova un difetto.
The Penguin è disponibile su Sky e NowTV con un episodio a settimana.
Cosa dire? È per episodi del genere che guardo serie tv. The Penguin mette in scena una storia struggente e sottolinea, fortissimo, il peso delle scelte.
PRO
- Victor
- Ancora una volta la situazione viene ribaltata
- Registicamente e visivamente impeccabile
- Oz e Sofia, Sofia e Oz
CONTRO
- Qualcuno potrebbe avere la sensazione di un qualcosa di già visto