Joaquin Phoenix torna a vestire i panni di Arthur Fleck nel sequel diretto da Todd Phillips. Le polemiche attorno al film sono tante, ma vale la pena guardarlo? Scopriamolo insieme, senza spoiler.
Sequel si o sequel no?
Quando, nel 2019, l’apprezzato “Joker” di Todd Phillips uscì nelle sale, quasi tutti gli spettatori si ritennero soddisfatti, molti dei quali gridando al capolavoro.
Il punto di forza della pellicola era quello di raccontare le origini di un Joker completamente diverso da ciò che si era visto precedentemente sul grande schermo e, ovviamente, diverso anche dalla sua controparte cartacea.
Lento ma scorrevole e profondo, era in grado di far entrare gli spettatori in empatia con Arthur Fleck, quasi forzando chi lo guardava ad entrare in sintonia con lui e cercando, in qualche modo, di giustificare le brutalità commesse dallo stesso.
Il finale, inoltre, lasciava poco spazio ad un seguito, ed è forse proprio questo che ha spinto la gente a scontrarsi con “Joker: Folie à Deux” fin dall’annuncio.
Folie à Deux
Da quel film che spaccò la Mostra del Cinema di Venezia – vincendo addirittura il Leone d’Oro – è passata una vita e nel frattempo abbiamo affrontato una pandemia e abbiamo visto il mondo cambiare radicalmente.
Forse, tutti questi eventi decisamente forti hanno incastonato “Joker” di Phillips in una pietra scolpita con i ricordi e che, quindi, è difficilmente integrabile con un seguito ma, alla fine, tocca scontrarci con la realtà.
E la realtà dice che pro o contro che voi siate, alla fine il film è uscito nelle sale italiane dal 2 ottobre e, dopo averlo visto (ma va?) sono qui a parlarne, annunciandovi che è un film controverso, non per tutti. Infatti, la critica si è spaccata in due tra chi lo ama e lo odia.
Il film segue la vita di Arthur Fleck (Joaquin Phoenix), nel carcere di Arkham, catturato a seguito dei delitti commessi nel primo film. Sconfortato, silenzioso e ormai completamente perso, inizia a ritrovare la luce quando conosce Harley Quinn (Lady Gaga).
Musica
Se ve lo state chiedendo, sì, il film contiene più di un accenno musicale, anzi, la musica è un elemento fondamentale della pellicola ma che comunque riesce a trovare un proprio senso risultando non fastidiosa ma aiutando a far capire agli spettatori ciò che succede nella mente di Arthur.
Si, perché se il film è ambientato quasi tutto all’interno del penitenziario, il vero scopo del regista è quello di far viaggiare gli spettatori nella complicatissima mente di Arthur Fleck, sempre in bilico tra la realtà e l’essere Joker.
L’idea di per se è buona e il film, almeno per me, funziona. È furbo e pieno di citazioni ma, probabilmente, non è ciò che i fan del primo film e soprattutto dei fumetti si aspettavano. Le critiche che si leggono in giro possono essere condivisibili: si tratta di una pellicola che utilizza il nome di Joker per attirare a se i fan del primo e i fan in generale del personaggio ma che, in sostanza, parla quasi soltanto del viaggio tormentato di Arthur.
Un mondo mascherato
Con le azioni del primo capitolo, Joker è diventato una specie di eroe moderno, una star. Fleck, con il suo comportamento ribelle e fuori dalla normalità ha attirato un sacco di fan, imitatori e seguaci, che però sono fan di Joker e non di Arthur.
Il personaggio, così, non può mostrare le sue fragilità durante il processo che deve affrontare e tutto questo viene ricalcato ancor di più dal personaggio di Lee, interpretata per me molto bene da Gaga.
Il viaggio interiore pieno di tormenti di Arthur tra se stesso, Joker, Lee e i suoi fan viene raccontato con il linguaggio del musical che, ripeto, per me si sposa abbastanza bene con il contesto generale dell’opera.
È chiaro dunque che chi si aspetta un film come il primo, resterà estremamente deluso. Le atmosfere sono le stesse e la fotografia/messa in scena generale della pellicola è incredibile. Ciliegina sulla torta, ma su questo non c’erano dubbi, l’interpretazione di Joaquin Phoenix.
L’attore riesce a mettere in scena una versione del suo personaggio talmente inquietante da stamparla nella testa degli spettatori, facendo trasparire la sofferenza e la pazzia dello stesso.
Forse, ciò che è mancato di più sono i momenti epici del primo – ma anche qui qualcosa c’è – e, soprattutto, una scrittura del personaggio di Lee un po’ piatta e non tridimensionale come Joker.
Pregi e difetti
Alla fine, usciti dalla sala, vi ritroverete ad aver visto un film più su Arthur che su Joker – e questo indubbiamente può far arrabbiare molti -, ma la qualità della pellicola è innegabile. È un film difficile, profondo e che bisogna riuscire a far proprio per apprezzarlo al massimo.
Con un finale scioccante, ma forse giusto, se volete fare un viaggio nella pazzia di un uomo ormai solo e schiavo del personaggio che ha creato uccidendo e portando caos nel primo film, lasciandovi trasportare dalle emozioni, lo apprezzerete, anche con la sua parte musicale.
Se invece, come la maggior parte della gente si aspettava, volete guardare un film dove Joker butta giù Gotham o dove si scontra con altri cattivi o chicchessia, forse vi aspettavate la cosa più giusta (visto anche il titolo), ma non ciò che il film ha deciso di essere. E se questo è un bene o un male, spetta ad ognuno di noi deciderlo.
Per me, è assolutamente un bene e un film così, con i suoi messaggi e la sua critica alle maschere al mondo dei media, nel contesto dei supereroi e super cattivi, non può che far bene, seppur con i suoi difetti.
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Joker: Folie à Deux è un film che non può piacere a tutti e che, inevitabilmente, non è come il primo film. Utilizza il nome di Joker per raccontare la tormentata mente di Arthur Fleck, utilizzando elementi da musical per un viaggio distorto, strano, ma che a me è piaciuto.
PRO
- Joaquin Phoenix a livelli altissimi
- Visivamente e registicamente è come il primo
- La musica ha il suo perché ed entra bene…
CONTRO
- …ma a molti farà storcere il naso
- Si utilizza il nome di Joker ma il film è quasi tutto su Arthur